Pantelleria Piana di Ghirlanda Uva Zibibbo
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Pantelleria Patrimonio Unesco: la storia dell'uva zibibbo

1. Le origini della produzione vitivinicola

La produzione agricola dell’isola già in epoca preistorica è attestata ampiamente da numerosi studi: all’epoca si concentrava nella zona di Cimillia-Mursia dove vi abitavano i sesioti.

Nell’età di Roma Antica si presume che nel piano di Ghirlanda vi fosse una limitatio romana e che questa fosse adibita a zona agricola: il collegamento delle mulattiere con Bugeber e Monastero, nonché i rinvenimenti archeologici e le condizioni morfologiche confermano come in queste contrade vi fossero delle terre coltivate[1].

Una contrada di Pantelleria si chiama Bukkuram: ’etimologia del nome, viene dall’arabo bu = padre o anche ricco di, e karm = vigna. Ciò indica che qui ci poteva essere una coltivazione di vigne già nell’epoca della dominazione araba o in alternativa che il nome venisse semplicemente dal retaggio linguistico arabo dei panteschi. Il Boccanera è un po’ scettico riguardo a tale ipotesi, visto il divieto coranico di assumere bevande alcoliche. Tuttavia nulla vieta che i musulmani e in questo caso i dominanti arabi coltivassero le vigne per farne dell’uva passa o per consumare l’uva direttamente[2].

Ricapitolando: lo Zibibbo o Moscato di Alessandria, conosciuto fin dall’antichità e diffuso nell’area del Mediterraneo dai greci, secondo l’opinione dei più, è stato messo a coltura a Pantelleria probabilmente in epoca punica, o durante la dominazione araba, emblematica in questo senso è l’etimologia della parola stessa: zibibbo proviene da zabib, che vuol dire uva passa e tra l’altro è il nome di Cape Zibib, luogo tunisino dove si trovava una produzione di uva passa molto pregiata[3].

Il medievista Henri Bresc riferisce:

“Un'altra possibilità sarebbe di anticipare al Quattrocento la produzione dell'uva passa: abbiamo visto la presenza precoce di vigneti, nel 1408 quello di Petruccio di Cefalù, quello di Giovanni Squarciafico, e di Guillem Vendrell. Mentre il vino viene sempre importato: nel 1413 l'importatore, Johannes de Cordova, paga una gabella di oltre 20 fiorini d'Aragona, tre onze e 10 tarì . Un'ipotesi, forse arrischiata, vedrebbe dunque una produzione più precoce dello zibibbo, secondo le tecniche testimoniate d'altronde nella Sicilia medievale come nella vicina Tunisia, tra le basi dell'economia isolana”[4].

È rilevante l’ipotesi di Bresc riguardo alla produzione di uva passa e all’importazione di vino nell’isola, per la quale Johannes de Cordova pagava una gabella nel 1413. Infatti la produzione di vino è stata sempre inferiore, almeno a livello commerciale rispetto a quella di uva passa o fresca. Anche i ritrovamenti dell’età tardo-antica ci ricordano dell’importazione di vino a Pantelleria.

Dal 1800 al 1810 il Principe di Pantelleria, Don Michele Requesenz, aveva una cospicua rendita che gli derivava dall’estrazione di vino, oltreché dal carbone e dalla legna[5].

Ma per sentir parlare di zibibbo vero e proprio e di uva passa, dobbiamo aspettare i contatti con Marsala nella prima metà dell’800, anche se la coltivazione avveniva certamente da qualche anno o da qualche secolo prima... 

Giordano Costa



[1] CANTARELLI, Floriana. Le possibilità insediative e produttive dell'isola di Pantelleria dalla preistoria alla romanizzazione : aspetti storici e proposte per il riconoscimento di una "limitatio". Studi di antichita in memoria di Clementina Gatti (Quaderni di Acme, n. 9). Cisalpino-Goliardica , Milano, 1987.p. 47-65.

[2] BOCCANERA, Pietro Brignone. (Gli arabi, tra l'altro, portarono a Pantelleria la coltura del cotone, che fu commerciato per molto tempo: sulla costa pantesca vi è una caletta denominata "Cala Cottone". Ci riferisce di tale coltura anche l'Arciprete D'Aietti nella seconda metà dell'800.

[3] MELIA V., CAPRARO F., SPARACIO A. La viticoltura delle isole minori della Sicilia, Istituto Regionale della Vite e del Vino – Regione Siciliana, Palermo, 2008. Cfr. SPARACIO A. , CAPRARO F., Zibibbo de Pantelleria: zone et production, Atti del II Congresso internazionale sulla viticoltura di montagna, Monforte di Lemos – Spagna, 2008.

[4] BRESC, Henry. Pantelleria Medievale. http://www.pantelleria-isl.it/Henri_BRESC.htm. Cfr. BRESC, Henri. Pantelleria entre l'Islam et la Chrétienté. Cahiers de Tunisie, XIX, 1971, pp. 105-127. 

[5] ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO: Rettifica dei Riveli di Pantelleria, 1818.

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